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Con quattro storiche sentenze emesse il 17 maggio 2022, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea si è espressa su altrettante domande di pronuncia pregiudiziale presentate da giudici spagnoli, italiani, e un giudice rumeno, in tema di clausole abusive nei contratti stipulati con i consumatori (cfr. C-600/19, C‑693/19, C‑725/19, C‑831/19 e C‑869/19).

La Suprema Corte ha, in questo modo, fornito una nuova interpretazione, ampliandola, delle garanzie contenute nella Direttiva 93/13/CEE del Consiglio, e ha ridefinito i poteri in capo ai giudici nazionali, addirittura superando il fondante principio del giudicato implicito.

In tale contesto, la Corte di Strasburgo si è espressa nel sostenere che i principi processuali nazionali non possono ostare a diritti che i singoli traggono dalle norme dell’Unione poste a tutela dell’inferioritĂ  e asimmetria informativa nella quale vertono i consumatori nei rapporti commerciali conclusi con i produttori. In particolare, il principio dell’autoritĂ  di cosa giudicata non può limitare il potere di controllo del giudice circa il carattere abusivo delle suddette clausole.

Quali, dunque, le conseguenze sotto il profilo pratico nel nostro ordinamento?

A seguito di tali decisioni, in caso, ad esempio, di decreto ingiuntivo non opposto, derivante da un contratto concluso tra consumatore e professionista, il giudice dell’esecuzione avrà, ora, il potere di valutare l’eventuale carattere abusivo delle clausole ivi contenute, nonostante la forza di res judicata del decreto emesso e non opposto. Il presupposto che l’autorità di cosa giudicata del decreto ingiuntivo garantisca implicitamente e automaticamente la validità delle clausole contrattuali risulta dunque obsoleto.

I giudici europei, ribadendo solennemente l’importanza del principio dell’autorità della cosa giudicata, sia per l’ordinamento dell’Unione che per quelli nazionali, ciononostante avvalorano il carattere imperativo delle disposizioni della Direttiva 93/13, a tutela della posizione di inferiorità contrattuale e negoziale nella quale il consumatore si trova nei confronti del professionista.

Al fine di intervenire per correggere tale asimmetria, i giudici nazionali hanno da ora il potere/dovere di scrutinare d’ufficio il contenuto del titolo fonte del credito azionato in monitorio onde verificare se esso contenga clausole abusive, la cui nullitĂ  è in grado di incidere sull’an o sul quantum dello stesso, nonostante disposto con provvedimento avente ormai natura di cosa giudicata.

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On 17 May 2022, the European Court of Justice ruled on 4 requests for a preliminary ruling brought by Spanish, Italian and Romanian judges concerning unfair terms in consumers contracts (cfr. ruling ns. C-600/19, C‑693/19, C‑725/19, C‑831/19 e C‑869/19).

The ECJ has provided a new and wider interpretation of the provisions within the Directive 93/13/CEE of the Council, reshaping and expanding national judges’ power during executory proceedings.

The Court of Justice confirmed that national procedural principles cannot impede the rights that individuals derive from Directive 93/13/EEC protecting consumers against unfair contract terms because that would defy the effectiveness of EU law. In particular, the principle of res judicata should not be extended so as to prevent national courts from examining the fairness of contractual terms when doubts arise on their potential abuse.

What happens then in practice within national legislation?

Following these decisions, the former orientation which provided, for example, that, where no objection occurs, the force of res judicata of an order for payment encompasses the fairness of the terms of the guarantee contract, even where there is no express examination by the court which issued that order of the unfairness of those terms, shall now be obsolete.

The European judges, whilst reaffirming the fundamental importance of the principle of res judicator, both to the European and national legislation, have nonetheless declared the provision of the 93/13 Directive as imperatives, shielding consumers against procuders, in light of their natuaral weaker position during commercial transactions.

With the claer objective of balancing out information asimmetry between contractual parties, national judges have now the power /duty to scrutinize, as they deem fit, the content of the original contract in order to ensure the fairness and validity of all terms within.